domenica 3 ottobre 2010

Nedelja

Oggi mi sono svegliata presto. Erano le 8.30 ed effettivamente come orario non mi garbava molto, ma non avevo più sonno, tanto che mi sono alzata e sono scesa in soggiorno, dove c'era papà bello spaparanzato sul divano, mentre la mamma era in bagno. Con la mia bellissima vestaglietta (con i diavoletti zodiacali) e le ciabatte di Betty Boop, l'ho aspettata. Dovevo consegnarle il regalo di compleanno. Già già, oggi ha festeggiato i suoi ... anni e abbiamo ben pensato di regalarle un cellulare nuovo, visto che era un suo desiderio. Molto bellino e semplice da usare (si sa che i Nokia sono campioni di semplicità).

Dopo la mia solita briochina con la nutella, sono salita a prepararmi, perchè dovevo passare a prendere nonna in casa di riposo e portarla a messa. Fortuna ha voluto che la messa iniziasse mezz'ora prima oggi, che proprio mentre andavo a prenderla pasasse la gara di corsa con il suo bel gruppone compatto e che nonna alle 9.45 ancora non fosse vestita. Quindi ho dovuto accompagnarla in stanza, scegliere cosa metterle e cercare di farmi capire (ha qualche problemino con l'udito - è sorda -, ma d'altronde arrivare io a 90 anni così!). E come se non bastasse, la dottoressa mi ha avvisata di tenerla d'occhio, visto che non stava molto bene, ma testarda com'è ha deciso di andare comunque alla messa, perchè deve pregare. Sono poi sfrecciata in paese, verso la chiesa, posteggiando praticamente quasi al suo interno. Nonna è entrata poco dopo il vescovo e a nulla sono valse le mie parole e gesti per spiegarle che oggi c'era la cresima. Ma pazienza. Ho passato un'ora e mezza fuori ad aspettare tutto terminasse, ascoltando i canti di un coro di voci tremulanti e stridule, chiacchierando con qualcuno che stufo usciva a fumarsi una sigaretta e sbirciando i ragazzini che ho visto crescere da un giorno all'altro. Ah, come passa veloce il tempo.

Poi ho fatto una cosa che non facevo da tanto, almeno di mia spontanea volontà. Sono andata al cimitero. Sono andata sulla tomba del nonno e mi sono ritrovata a fargli le stesse domande, le solite domande che da 13 anni aspettano una risposta. Eh nonno, ricordo molto bene quel 26 maggio. Ricordo molto bene ogni singolo istante e ogni parola che mi è stata detta. Ricordo il dolore, la fitta al cuore, la disperazione quando mi è stata detta la verità. Ed è stato in quel giorno che qualcosa dentro di me è mutato e mi ha fatto perdere la strada, lasciandomi precipitare in un vuoto che non riuscivo più a colmare. Quante volte ho scritto di te, quante volte sei stato il protagonista dei miei temi e compiti in classe. Mi sentivo così ripetitiva, eppure non riuscivo a scrivere altro. Sono caduta, mi sono rialzata, ma per lungo tempo sono stata colei che ha sostenuto chi stava cadendo e non riusciva a sopportare la solitudine. Un anno nonno, un anno. Non l'ho superato ancora del tutto e l'ho scoperto oggi. Ancora la solita domanda ed ancora quel dolore mischiato a rabbia. Perchè? Non riesco a perdonarti e forse non riuscirò a farlo mai del tutto. Nei miei ricordi, però, vive ancora quel nonno che mai mi ha fatto mancare qualcosa. Vive ancora quel nonno che in piena estate mi trascinava nel giardino sulla slitta, quel nonno che mi faceva sempre vincere a dama e che passava i pomeriggi al bar. Quel nonno che è stato un punto di riferimento, ma che mi è venuto a mancare all'improvviso. Le tue sofferenze sono finite, ma ne hai procurate molte altre, cambiando la mia, le nostre vite.

Quanti pensieri possono passare per la testa in un breve momento e quanti ricordi si possono risvegliare.

Non è stata però una brutta giornata, anzi. Abbiamo festeggiato il compleanno di mamma da Bibc. Mangiato a volontà, bevuto altrettanto e riso ancora di più. Mia madre era serena, sorridente, rilassata e vederla così mi riempie il cuore di gioia. Oggi addirittura mi ha permesso di sistemarle i capelli!!! Quante ne abbiamo passate e quante volte l'ho rimproverata per il comportamento orgoglioso e testardo. Eppure siamo riuscite a ritrovare un equilibrio e quel legame che mai si era spezzato. E' pur sempre la mia mamma e niente e nessuno potrà mai rompere il cordone ombelicare invisibile che ancora a lei mi lega.

Pertanto : AUGURI MAMMA.

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