venerdì 30 aprile 2010

Racunajte na nas

U ime svih nas iz pedeset i neke
za zakletvu Titu ja spevo sam stih
ne spominjem proslost ni bitke daleke
jer rodjen sam tek posle njih

U nama je sudbina buducih dana
i neki se mozda i plase za nju
kroz vene nam protice krv partizana
i mi znamo zasto smo tu

Racunajte na nas!

Sumnjaju neki da nosi nas pogresan tok
jer slusamo ploce i sviramo rock
al' negde u nama je bitaka plam
i kazem vam sta dobro znam

Racunajte na nas!

Zaklonisce prepeva


mercoledì 21 aprile 2010

Di giochi, treni e capelli


Sono stata a Ferrara, domenica. Una giornata diversa. Una giornata passata con gli amici, con delle persone che ormai sono parte della mia vita, pur abitando lontano da Trieste. E' stata una giornata piacevole, divertente e spensierata. Una giornata che ha unito persone di diversi posti, diverse età, ma con un qualcosa in comune: il gioco di ruolo.
Ebbene sì, un gioco è riuscito a farmi conoscere persone meravigliose che ormai considero degli amici, anche perchè la nostra conoscenza è andata oltre il semplice giocare dietro ad uno schermo e lo scambio di battute su quanto in quella realtà virtuale accade. S'intrecciano così alle storie fantastiche, i racconti di vita vissuta. Storie simili, eppure diverse. Storie di adolescenti e adulti che sembrano viaggiare insieme, senza pregiudizi, senza il timore di raccontarsi e di essere giudicati, ma anzi. Diversi ma uguali. E' un fenomeno che mi piace e che mi fa stare veramente bene, nonchè mi fa pensare d'essere stata molto fortunata ad incontrarli, poiché volente o nolente insieme a loro sto crescendo ed affrontando la mia vita.
Mancavi solo tu, Marco, per completare il quadretto. Allora sì che sarei stata veramente felice.

Partita la mattina. Tornata a casa la sera. In treno. Un viaggio tranquillo, dove ho passato il mio tempo a leggere e sonnecchiare, anche se non amo molto i vagoni affollati e la gente che urla come se fosse al mercato. E mentre il paesaggio scorreva oltre il finestrino, il sole lanciava nel cielo i suoi ultimi raggi lucenti, dando così il benvenuto alla sera, nella mia mente si liberavano i pensieri. Confusi, come sempre, ma che mi hanno portata a soffermarmi sulla figura del treno e di quanto, questo, abbia assunto un ruolo importante nella mia vita, specialmente negli ultimi anni. Gente che va, gente che viene. Amori che s'incontrano, si abbracciano e si lasciano. Lacrime, sorrisi, dolore. E lui scorre, scorre veloce e senza pensieri, senza remore alcuno, prende e da, arriva e riparte. Quante volte, ma quante volte sono stata in quella stazione a vederlo partire, a maledirlo, ad odiarlo. Quante volte sono salita e mi son fatta portare là, dove il cuore desiderava e quante volte, poi, mi ha riportata, da sola, a casa. Un continuo viaggiare, un continuo sognare, mentre le immagini oltre il finestrino cambiavano : giorno, notte, mattino, pomeriggio. Veneto, Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Lazio... Mare, colline e pianura. Gente che sale, gente che scende. Giovani, vecchi, bambini e stranieri.
Mi piace viaggiare. Mi rende libera e padrona della mia vita. A quando il prossimo viaggio?

Ho tagliato i capelli. Non li ho spuntati, li ho proprio tagliati, cambiano completamente l'acconciatura. Dicono che quando qualcosa non va, quando si vive una delusione, quando si vuole dare una svolta  alla propria vita, i capelli sono i primi a subirne le conseguenze.
Ed in parte è vero. E' come dare un taglio netto al passato, a quello che ci ha fatto soffrire. E' un voler cambiare la propria figura, cercare un modo per sentirsi appagate, sentirsi ancora belle e desiderabili. Chiudere i ricordi in una scatola, affogare i pensieri e voltare definitivamente pagin.
Voglio cambiare. Ho bisogno di rinnovarmi e di riprendere un pò la mia vita in mano. Ed il cambio di acconciatura è stato solo il primo passo.
Balla l'equilibrio, danza l'equilibrista sul filo sottile. Sembra voler cadere, ma immancabilmente viene tirato su. Chi la dura, la vince.

"In equlibrio fino in fondo arriverò."

martedì 13 aprile 2010

lunedì 12 aprile 2010

Bambolina

Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.
Paulo Coelho




Un anno fa.
Sogni. Progetti. Promesse.
Emozioni. Amore.


Oggi.
Odio, rabbia?
No, delusione.

sabato 10 aprile 2010

Cime tempestose: l'eternità di un amore

"[...] A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati di dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare a esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l'inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste e immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. Nelly: io sono Heathcliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: non come un piacere, allo stesso modo ch'io non sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere. [...]"

[...]

"Adesso mi dimostri come sei stata crudele, crudele e falsa. Perchè mi hai disprezzato? Perchè hai tradito il tuo stesso cuore, Catherine? Io non ho parola di conforto per te: tu hai quello che ti meriti. Ti sei uccisa da te stessa. Sì, tu puoi baciarmi, e piangere, puoi strapparmi lacrime e baci: essi ti arderanno, ti danneranno. Tu mi amavi: che diritto avevi, allora, di lasciarmi? Che diritto, rispondimi, di sacrificarmi al tuo miserabile capriccio per Linton? Mentre né miseria, né la degradazione, Nè la morte, nulla di tutto quel che Dio e Satana potevano infliggerci, ci avrebbe separato, tu, di tua piena volontà hai fatto ciò. Non io ti ho spezzato il cuore, ma tu stessa: e il mio col tuo. Tanto peggio per me se sono forte. Ho forse bisogno di vivere? Che razza di vita sarà la mia quando tu... oh, Dio! Vorresti tu forse vivere con l'anima tua nella tomba?"
"Lasciami sola, lasciami sola!" singhizzava Catherine. "Se ho fatto del male ne muoio! Basta! Anche tu mi hai abbandonata, ma non ti voglio rimproverare. Ti perdono. Perdonami."
"E' difficile perdonare quando si vedono questi occhi, e si sentono queste mani scarnite," egli rispose. " Baciami ancora, e non lasciarmi vedere i tuoi occhi. Io ti perdono per quello che hai fatto a me. Io amo il mio carnefice; ma il tuo? Come potrò?"


[...]

"Possa svegliarsi fra i tormenti!" gridò Heathcliff con una spantosa veemenza, picchiando i piedi, ruggendo di dolore in un improvviso parossismo d'irresistibile passione. "Sì, sì, bugiarda fino alla fine! Dov'è, dunque? Non là... non in cielo... scomparsa, dove? Ah, tu dicevi che non t'importava nulla delle mie sofferenze! E io faccio una preghiera e la ripeterò fin che la mia lingua si secchi: Catherine Earnshaw, possa tu non trovare mai riposo fin ch'io vivo! Tu dici che io ti ho uccisa: tormentami, allora. Le vittime perseguitano i loro assassini, io credo. Io so di fantasmi che hanno errato sulla terra. Sta sempre con me... prendi qualunque forma... rendimi pazzo! Ma non lasciarmi in questo abisso, dove non ti posso trovare! Oh Dio, è impossibile! Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima!"

[...]

"[...] Che cosa infatti non richiama, per me, il pensiero di Catherine? Io non posso guardare questo pavimento perchè vedo il Suo volto disegnato sulle pietre! In ogni nube, in ogni albero... presente nell'atmosfera notturna, visibili a lampi, di giorno, in ogni oggetto... sempre io sono circondato dalla sua immagine! [...] Il mondo intero è una terribile collezione di ricordi, testimoniante ch'Ella è esistita e ch'io l'ho perduta! Ebbene, poco fa, era per me il fantasma del mio amore immortale, dei miei sforzi selvaggi per valere il mio diritto: della mia degradazione, del mio orgoglio, della mia felicità, della mia angoscia."

[...]

Emily Bronte


E tanto altro ancora. Un romanzo che penetra nell'anima, di un'intensità unica. Violento e dolce allo stesso tempo. Passione e amore. Divino.

martedì 6 aprile 2010

Un tuffo nel passato




Ma quante volte ho ascoltato questa canzone, quando ancora adolescente andavo coi miei amici ed il mio ragazzo al mare?

Sono dei bei ricordi, di tempi in cui avevo una ben precisa idea di quello che volevo dalla vita, anzi pensavo che tutto già fosse scritto e che nulla potesse cambiare. E invece...

Sorrido nell'ascoltare questa canzone. Sorrido nel ricordare i pomeriggi interi passati in spiaggia. Sorriso nel ricordare la spensieratezza di quel tempo. Sorrido nell'accorgermi che da allora son passati ormai dieci anni.

Cavoli se corre il tempo. Forse troppo veloce o semplicemente sono io troppo pigra per seguirlo come vorrebbe lui.

sabato 3 aprile 2010

Parma

Considero Parma come la mia seconda casa e gli amici che ho qui, come una seconda famiglia. Sto bene ogni volta che mi ritrovo a vagare per le vie della città, quando passo intere serate a chiacchierare con Gabry, fino a notte fonda. Sto bene anche quando i gatti cercano di entrare nel salone, dove dormo. Sto bene, anche quando sto male. Ed ogni volta che devo andarmene, sento un peso nel cuore, nonostante sappia che il mio posto è altrove.

Ma è veramente così?

Paura. Confusione. Pensieri. Non è facile decidere. Non è facile sapere, se la scelta migliore sarebbe quella di ricominciare da capo qui, anche se la voglia di farlo è tanta. Ma ho paura. Ho veramente paura. A Trieste ho un lavoro che amo e che mi da molte soddisfazioni. A Trieste ho la mia famiglia ed una vita che scorre traquilla e regolare. A Trieste ho il mare ed ho le colline, ho i miei affetti, pochi, ma importanti. A Trieste c'è la mia vita, il mio passato ed il mio presente. Ed il futuro?

Sono molti i pensieri che ho in questa notte. Pensieri che si mescolano tra i fumi dell'alcool ed il sonno, mentre fuori è ancora notte, ma già si sente un allegro cinguettino. Gabry dorme e lo vorrei fare anche io, ma non ci riesco.

E' un periodo strano. Un periodo in cui passo con molta rapidità da momenti di estrema allegria e spensieratezza a momenti di profonda malinconia e riflessione. La realtà combatte costantemente con i miei sogni ed i miei sentimenti continuano a duellare con la ragione. I ricordi sono riemersi, seppure non provochino più dolore, ma solamente un'infinita tristezza e nostalgia. E qui a Parma sono accentuati. E' qui, infatti, che ha avuto inizio il momento più bello della mia vita. Momento in cui ho scoperto che cos'è l'Amore e che da romantica sognatrice quale sono, potevo realizzare i miei desideri.

Sono come dei flash che appaiono quando meno me lo aspetto. E mi si stringe il cuore. Lo stomaco si contrae e le emozioni pervadono ogni singola parte del mio corpo. Sorrido tra una lacrima e l'altra che scivola, rigandomi il viso. Sorriso perchè, nonostante tutto, sono dei bei ricordi.

Sono passato, però. Un passato che non potrà più tornare. Un passato fatto di promesse non mantenute, di momenti di felicità rubata,  di progetti per un futuro che mai potrà esistere. Un passato al quale ho creduto fermamente ed ho lottato affinché potesse esistere e sopravvivere.

No, non sono triste. Ho solo bisogno di credere, ancora, che i sogni possono diventare realtà. Ho solo bisogno di credere, ancora, nell'amore. Ed è forse questo, ciò che più mi fa male.

Ma tu ci credi ancora all'amore?