sabato 10 aprile 2010

Cime tempestose: l'eternità di un amore

"[...] A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati di dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare a esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l'inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste e immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. Nelly: io sono Heathcliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: non come un piacere, allo stesso modo ch'io non sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere. [...]"

[...]

"Adesso mi dimostri come sei stata crudele, crudele e falsa. Perchè mi hai disprezzato? Perchè hai tradito il tuo stesso cuore, Catherine? Io non ho parola di conforto per te: tu hai quello che ti meriti. Ti sei uccisa da te stessa. Sì, tu puoi baciarmi, e piangere, puoi strapparmi lacrime e baci: essi ti arderanno, ti danneranno. Tu mi amavi: che diritto avevi, allora, di lasciarmi? Che diritto, rispondimi, di sacrificarmi al tuo miserabile capriccio per Linton? Mentre né miseria, né la degradazione, Nè la morte, nulla di tutto quel che Dio e Satana potevano infliggerci, ci avrebbe separato, tu, di tua piena volontà hai fatto ciò. Non io ti ho spezzato il cuore, ma tu stessa: e il mio col tuo. Tanto peggio per me se sono forte. Ho forse bisogno di vivere? Che razza di vita sarà la mia quando tu... oh, Dio! Vorresti tu forse vivere con l'anima tua nella tomba?"
"Lasciami sola, lasciami sola!" singhizzava Catherine. "Se ho fatto del male ne muoio! Basta! Anche tu mi hai abbandonata, ma non ti voglio rimproverare. Ti perdono. Perdonami."
"E' difficile perdonare quando si vedono questi occhi, e si sentono queste mani scarnite," egli rispose. " Baciami ancora, e non lasciarmi vedere i tuoi occhi. Io ti perdono per quello che hai fatto a me. Io amo il mio carnefice; ma il tuo? Come potrò?"


[...]

"Possa svegliarsi fra i tormenti!" gridò Heathcliff con una spantosa veemenza, picchiando i piedi, ruggendo di dolore in un improvviso parossismo d'irresistibile passione. "Sì, sì, bugiarda fino alla fine! Dov'è, dunque? Non là... non in cielo... scomparsa, dove? Ah, tu dicevi che non t'importava nulla delle mie sofferenze! E io faccio una preghiera e la ripeterò fin che la mia lingua si secchi: Catherine Earnshaw, possa tu non trovare mai riposo fin ch'io vivo! Tu dici che io ti ho uccisa: tormentami, allora. Le vittime perseguitano i loro assassini, io credo. Io so di fantasmi che hanno errato sulla terra. Sta sempre con me... prendi qualunque forma... rendimi pazzo! Ma non lasciarmi in questo abisso, dove non ti posso trovare! Oh Dio, è impossibile! Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima!"

[...]

"[...] Che cosa infatti non richiama, per me, il pensiero di Catherine? Io non posso guardare questo pavimento perchè vedo il Suo volto disegnato sulle pietre! In ogni nube, in ogni albero... presente nell'atmosfera notturna, visibili a lampi, di giorno, in ogni oggetto... sempre io sono circondato dalla sua immagine! [...] Il mondo intero è una terribile collezione di ricordi, testimoniante ch'Ella è esistita e ch'io l'ho perduta! Ebbene, poco fa, era per me il fantasma del mio amore immortale, dei miei sforzi selvaggi per valere il mio diritto: della mia degradazione, del mio orgoglio, della mia felicità, della mia angoscia."

[...]

Emily Bronte


E tanto altro ancora. Un romanzo che penetra nell'anima, di un'intensità unica. Violento e dolce allo stesso tempo. Passione e amore. Divino.

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