mercoledì 21 aprile 2010

Di giochi, treni e capelli


Sono stata a Ferrara, domenica. Una giornata diversa. Una giornata passata con gli amici, con delle persone che ormai sono parte della mia vita, pur abitando lontano da Trieste. E' stata una giornata piacevole, divertente e spensierata. Una giornata che ha unito persone di diversi posti, diverse età, ma con un qualcosa in comune: il gioco di ruolo.
Ebbene sì, un gioco è riuscito a farmi conoscere persone meravigliose che ormai considero degli amici, anche perchè la nostra conoscenza è andata oltre il semplice giocare dietro ad uno schermo e lo scambio di battute su quanto in quella realtà virtuale accade. S'intrecciano così alle storie fantastiche, i racconti di vita vissuta. Storie simili, eppure diverse. Storie di adolescenti e adulti che sembrano viaggiare insieme, senza pregiudizi, senza il timore di raccontarsi e di essere giudicati, ma anzi. Diversi ma uguali. E' un fenomeno che mi piace e che mi fa stare veramente bene, nonchè mi fa pensare d'essere stata molto fortunata ad incontrarli, poiché volente o nolente insieme a loro sto crescendo ed affrontando la mia vita.
Mancavi solo tu, Marco, per completare il quadretto. Allora sì che sarei stata veramente felice.

Partita la mattina. Tornata a casa la sera. In treno. Un viaggio tranquillo, dove ho passato il mio tempo a leggere e sonnecchiare, anche se non amo molto i vagoni affollati e la gente che urla come se fosse al mercato. E mentre il paesaggio scorreva oltre il finestrino, il sole lanciava nel cielo i suoi ultimi raggi lucenti, dando così il benvenuto alla sera, nella mia mente si liberavano i pensieri. Confusi, come sempre, ma che mi hanno portata a soffermarmi sulla figura del treno e di quanto, questo, abbia assunto un ruolo importante nella mia vita, specialmente negli ultimi anni. Gente che va, gente che viene. Amori che s'incontrano, si abbracciano e si lasciano. Lacrime, sorrisi, dolore. E lui scorre, scorre veloce e senza pensieri, senza remore alcuno, prende e da, arriva e riparte. Quante volte, ma quante volte sono stata in quella stazione a vederlo partire, a maledirlo, ad odiarlo. Quante volte sono salita e mi son fatta portare là, dove il cuore desiderava e quante volte, poi, mi ha riportata, da sola, a casa. Un continuo viaggiare, un continuo sognare, mentre le immagini oltre il finestrino cambiavano : giorno, notte, mattino, pomeriggio. Veneto, Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Lazio... Mare, colline e pianura. Gente che sale, gente che scende. Giovani, vecchi, bambini e stranieri.
Mi piace viaggiare. Mi rende libera e padrona della mia vita. A quando il prossimo viaggio?

Ho tagliato i capelli. Non li ho spuntati, li ho proprio tagliati, cambiano completamente l'acconciatura. Dicono che quando qualcosa non va, quando si vive una delusione, quando si vuole dare una svolta  alla propria vita, i capelli sono i primi a subirne le conseguenze.
Ed in parte è vero. E' come dare un taglio netto al passato, a quello che ci ha fatto soffrire. E' un voler cambiare la propria figura, cercare un modo per sentirsi appagate, sentirsi ancora belle e desiderabili. Chiudere i ricordi in una scatola, affogare i pensieri e voltare definitivamente pagin.
Voglio cambiare. Ho bisogno di rinnovarmi e di riprendere un pò la mia vita in mano. Ed il cambio di acconciatura è stato solo il primo passo.
Balla l'equilibrio, danza l'equilibrista sul filo sottile. Sembra voler cadere, ma immancabilmente viene tirato su. Chi la dura, la vince.

"In equlibrio fino in fondo arriverò."

1 commento:

  1. Le tettone in primo piano sono eccezionali. Altro che equilibrio: quelle ti tirano giù!

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